Enrico Fazio mancava dal 2013 ad una registrazione per Leo. Enrico si presenta sempre con una band (la Critical Mass) di elementi fedeli ad una filosofia musicale che non cambia e si arricchisce: il ceppo principale della sua idea risiede nel concetto di “guida” che apparteneva a Charlie Mingus, dove il contrabbasso è un dispensatore di direzione; grazie a lui la band può accelerare o decelerare, stimolare azioni di gruppo o assoli. Fazio, però, ha costruito uno sviluppo alternativo a quello di Mingus, che ruota attorno a dei temi che hanno più parentele con l’Hot Rats di Zappa che con quanto fatto dal contrabbassista americano e poi ha provveduto a dotare/migliorare la band di due influenti aggiunte: una parte strings, che ingerisce i contrasti dei fiati e rilancia e un allargamento alla comunicazione popolare tramite strumentazione di derivazione etnica. In Wabi Sabi (questo il titolo del cd) si compiono queste miracolose azioni: jams con assoli straripanti che chiedono il vostro applauso (su tutti quelli di Gianni Virone, Adalberto Ferrari e Luca Campioni), pezzi eclettici che mettono assieme un’orchestra a più disfunzioni (l’Africa centro settentrionale con kora e djembe suonati da Moustapha Dembele, che si confronta in un territorio europeo composto da strumenti a fiato e a corde particolarmente presenti), un theremin, posto al centro di un’evoluzione orchestrale che, grazie ad un suono premonitore, lancia un avvertimento, una denuncia sulle eredità della Terra quantomai incerte. Wabi sabi è un contenitore di felicità ed energia positiva, godurie a cui forse non siamo più abituati ai nostri giorni, dove la musica viaggia in una sorta di cabina di pilotaggio, sapientemente guidata da Fazio; la parte conclusiva di Lectio Magistralis è emblematica di questa vitalità, pronta a regalarci le stesse emozioni “infantili” che ci regalava una dixieland band di New Orleans.
by Ettore Garzia on Percorsi Musicali [september 2019]