Shibui – Musica Jazz – October 2013 – Gianmario Maletto

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Shibui – Jazz Views – September 2013 – Euan Dixon

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Shibui – All About Jazz – Agosto 2013 – Alberto Bazzurro

Torna dopo qualche anno di silenzio Enrico Fazio, già bassista dell’Art Studio e da venticinque anni validissimo leader in proprio. Torna, e fa un’altra volta centro, proprio come nel 1988 quando, con Mirabilia, evidenziò doti (compositivo-aggregative, soprattutto) che la lunga militanza nello storico gruppo torinese (nel quale era del resto entrato appena diciottenne) aveva in qualche modo celato (o forse accompagnato e forgiato).

Come allora – anche se per forza di cose senza lo stesso fulminante senso della scoperta – la musica di Fazio colpisce anzitutto per la sua solidità: concettuale, di scrittura ed esecutiva, di interazione fra parti corali e sortite solistiche. A tratti viene in mente Mingus, ma anche certe orchestre europee (perché il tiro dell’ottetto è indiscutibilmente orchestrale), soprattutto inglesi, con un occhio qua e là più mitteleuropeo.

Sul versante timbrico e per il ruolo giocato nelle improvvisazioni, preziosissima è la presenza del violino, che si distingue in svariati brani (“Tempus fugit,” “Pianoless,” “Shibui,” “Serendipity”) ed è, globalmente, voce-chiave della tavolozza messa a punto da Fazio. Ci sono poi fedelissimi della prima ora, sempre brillanti (da Alberto Mandarini, che proprio nei gruppi del bassista torinese iniziò a farsi conoscere, a Francesco Aroni Vigone, anche lui presente fin dai tempi di Mirabilia, allo stesso Fiorenzo Sordini, che era poi il batterista dell’Art Studio), o acquisizioni più recenti (su tutti Gianpiero Malfatto).

Grande rotondità e contemporanea, puntuale valorizzazione delle singole voci s’impongono fin dall’iniziale “Tempus fugit,” con gli assoli che mostrano per tutto il lavoro un’assoluta adesione stilistico-emotiva alla struttura (all’estetica) globale, dalla quale vengono spesso – per così dire – “fasciati”. C’è un preciso retrogusto gasliniano in “Serial Player” (che già il titolo…), tra le costruzioni più ingegnose del lotto, mentre è forse il successivo “Serendipity,” tornando a quanto detto poc’anzi, l’episodio in cui più palpabili appaiono le reminiscenze mingusiane.

Entrare oltre nei meandri dei singoli brani sarebbe in fondo sterile. Resta l’immagine di un album di grande spessore, uno di quei lavori che possono mettere d’accordo l’avanguardista e chi non sa rinunciare ai più saldi valori del jazz in quanto tale. Il che, come s’intuirà facilmente, non è cosa da poco.
Valutazione: 4 stelle

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ENRICO FAZIO CRITICAL MASS – SHIBUI [LeoRecords 2013]

CD LR 678LEO RECORDS
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Luca Campioni – violin
Alberto Mandarini – trumpet • flugelhorn
Gianpiero Malfatto – trombone • euphonium • flute
Adalberto Ferrari – clarinet • bass, contrabass & turkish clarinets
Francesco Aroni Vigone – soprano & alto saxes
Gianni Virone – tenor & baritone saxes • lead flute
Enrico Fazio – composition • double bass • balafon
Fiorenzo Sordini – drums • percussion

All music composed & arranged by Enrico Fazio; published by Alissa Publishing/PRS
Overdubbing: Simone Fazio voice, Paolo Rolandi keyboards
Recorded June 2-3 and September 22, 2012 at (52+1) Studio, Agliano Terme (AT) Italy
Sound engineer Fosca Massucco
Mastering Maurizio Giannotti at NewMastering Studio

Produced by Enrico Fazio & Leo Feigin

FRANCESCO ARONI VIGONE TRIO – Ore Blu [Splasc(h) Records 2013]

ore blu

Francesco Aroni Vigone – alto sax
Enrico Fazio – double bass
Fiorenzo Sordini – drums

Splasc(h) Records 2013

ART STUDIO – “RendezVous” [Caligola 2013]

art studio

Francesco Aroni Vigone (alto & soprano sax),
Claudio Lodati (guitar),
Irene Robbins (piano, vocals),
Enrico Fazio (double bass),
Fiorenzo Sordini (drums, percussion).

1) Tumbu
2) Reunion
3) Tip Tap
4) Shorebird
5) Esquinas
6) Gyes
7) Ocean blues

Recorded and mixed at (52+1) Studio, Agliano (Asti), in July 2012

Sound engineer: Pippi “Adogontour” Leardi (tracks 1–6) and Fosca Massucco (track 7)

Mastering: Maurizio Giannotti

Raro esempio sia di longevità artistica che di parsimonia produttiva, l’Art Studio aveva festeggiato nel 2007, con «Trenta_Live in Torino», suo ottavo album ufficiale, i 30 anni di attività discografica. Ma il gruppo s’era addirittura formato tre anni prima, nel 1974, sulla scia dei nuovi fermenti creativi presenti soprattutto sulla scena jazzistica romana e milanese. Sei anni dopo, l’Art Studio si conferma voce più che mai viva e personale del jazz italiano, avvicinandosi quindi nel migliore dei modi, con questo «Rendez vous», lavoro attuale e fresco, al quarantennale. Se si esclude la raccolta «The complete CMC Sessions», con cui Splasc(h) aveva riedito quattro titoli ormai introvabili, pubblicati fra il 1978 ed il 1986 da CMC, questo è il nono lavoro del gruppo, che si ripresenta con molte conferme ma anche con qualche novità. E’ sempre lo stesso, quello delle origini, il trio composto dal chitarrista Claudio Lodati, dal contrabbassista Enrico Fazio e dal batterista Fiorenzo Sordini. E’ nuovo invece l’inserimento del sassofonista Francesco Aroni Vigone – anche lui piemontese, musicista di formazione classica, già componente stabile dei gruppi di Fazio e del trombonista americano Marty Cook – che prende il posto di uno dei quattro storici fondatori, l’eclettico e vulcanico Carlo Actis Dato. C’è poi l’inserimento di Irene Robbins, che diventa il quinto elemento della formazione. Più che di novità, bisognerebbe  però parlare in questo caso di ritorno, poiché la pianista e cantante di Detroit aveva già partecipato, dal 1981 al 1986, a tre importanti lavori del gruppo. La Robbins si ritaglia un ruolo per nulla marginale in questa nuova produzione, non solo suonando in ogni traccia, ma firmando anche due delle sette composizioni presenti. Si arricchisce così la tavolozza dei colori di un progetto che proprio nell’incontro di anime diverse ma complementari – l’etereo free della Robbins, le ipnotiche figurazioni neo–bop di Aroni Vigone e Fazio, il rock sperimentale, quasi crimsoniano, di Lodati – sembra ritrovare un’originale e definita cifra stilistica, non distante da quella che ne aveva decretato il successo di critica negli anni ’80.

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Shibui – Percorsi Musicali – July 2013 – by Ettore Garzia

Gil Evans and Charles Mingus died in the Mexican town of Cuernavaca. That circumstance is useful for to take account to two excellent figures of jazz that seem to draw “Shibui”, the last recording of the double bassist Enrico Fazio along with his band Critical Mass. Fazio is a musician that has always been in search of an instrumental global jazz, in which give priority to harmony and melody and enhance the ability of individual musicians at the same time. Also in this recording Fazio provides a value musical product, which has a strong point in the freshness of the musical solutions and in the emotional transport of the musicians of the band.*

A careful listening will reveal certain similarities but also new variations: in “Shibui” are evident orchestral strategies that were owned by Gil Evans and a strong sense of Mingus’s blues, but in hindsight, Fazio decides to take action with his visual (that of an efficient reconstructionist) transforming old sound sources into new identity of sound. In “Shibui” we can hear remnants of some anglosaxon jazz-blues idiom  (in “Effetti Collaterali” Enrico explicitly confirms, in the internal notes, that he has extrapolated his own rhythm from a song of the band Colosseum), or jazz rock accents that remember some evolutions of the sound of Canterbury (the long intro of “Shibui” takes us into one of those melodic “side-slipping” in style Hatfield and the North); Campioni’s violin remember us the similar use that Jean Luc Ponty did, but without electrification, while occasionally we front of unexpected ethnic scents (the turkish clarinet of “Pianoless” or the final percussive oriented-style “Tuttecose“).
So we must speak of osmotic effects, because in the end the result is an integrated cocktail of jazz, which belongs only to Fazio and his musicians: “Tempus fugit” builds a particular version of “Sister Sadie” arranged by Evans, as well as “Effetti Collaterali” seems a particular version of the deep and melodic song “Harvey’s Tune” (from Bloomfield-Kooper-Stills’s Superssions) which is focused on the rhythm and collective strength.

Freddi D’Amico Trio – LIVE in Vigevano on 24/03/2012

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FREDDI D’AMICO TRIO

(Freddi D’Amico, Enrico Fazio, Fiorenzo Sordini)

Sabato 24 marzo 2012 – Ore 22.00

Vigevano fraz.  Sforzesca – Strada dei Ronchi, 7

Concerto Vigevano Enrico Fazio
Locandina concerto Vigevano

 

Art Studio

Irene Robbins – voice & piano
Francesco Aroni Vigone – alto & soprano saxes
Claudio Lodati – guitars
Enrico Fazio – bass
Fiorenzo Sordini – drums/percussion


Born in ’74, Art Studio is one of the oldest combo actually on stage in Italy, several times recognised as among the best national bands on “Musica Jazz” referendum. Art Studio realized 8 CDs (one more on print). Often a guest singer is added to the basic band, as Irene Robbins, Ellen Christi, Tiziana Ghiglioni, Tiziana Simona. Music strongly based on modern and creative jazz.

Enrico Fazio – Sergey Letov Duo

Sergey Letov – saxes/clarinets/flutes
Enrico Fazio – bass




Two musicians with different culture and musical worlds, with an old friendship and a common love for performance music (theatre, dance, movie, etc…). The music is quite improvised,tuneful and rich of different atmospheres. One CD realized.